mercoledì 21 giugno 2017

ESORDIENTI & PROFESSIONISTI

Che cosa distingue un professionista da un esordiente?

Beh, prima di tutto, viene l'aspetto "tecnico", è quasi scontato. Benché in questo mestiere non si finisca mai di imparare, si può definire "professionista" colui che ha raggiunto un livello minimo che lo pone in grado di svolgere adeguatamente la professione (perché, per quanto sia un'attività artistica, fare fumetti è anche una professione).

Poi va preso in considerazione il significato vero e proprio del termine: "Chi esercita una professione intellettuale o liberale come attività economica primaria" (dalla Treccani). Ovvero chi si guadagna da vivere grazie a quell'attività. Nel nostro caso, fare fumetti, appunto.

Ma esiste un altro aspetto che distingue un professionista da un anche talentuoso dilettante (o, almeno, dovrebbe) ed è l'atteggiamento. E non mi rifersico alla correttezza, alla puntualità nelle consegne e all'affidabilità, quelle sono doti che dovrebbero accompagnare la crescita tecnica ed essere date per scontate.
Ciò a cui mi riferisco ora è piuttosto un aspetto nuovo di questo mestiere, emerso negli ultimi anni grazie allo sviluppo tecnologico e all'avvento di internet e dei social network. Mi riferisco ai rapporti con il mondo esterno, e soprattutto con lettori e colleghi.

Il tempo in cui disegnatori e sceneggiatori vivevano segregati nei loro appartamenti o studi è ormai finito. Oggi il computer, strumento indispensabile per il lavoro, ci mette anche in contatto con migliaia e migliaia di altri utenti in tutto il mondo. Costringendoci a un confronto costante.
Ed è questo il nocciolo della questione.

Perché dialogare con pubblico e colleghi, scambiarsi opinioni, discutere o mostrare il proprio lavoro, anche in corso d'opera, va benissimo e crea anzi un legame più stretto che può essere produttivo e interessante per entrambe le parti. Sotto vari punti di vista.
Ma internet e Facebook in particolare non sono il Paradiso. Assomigliano piuttosto a un campo minato. Colorato e divertente, dove però basta una distrazione per mettere il piede su di una mina: un commento acido, un esplicito insulto, una frecciatina o anche un banale fraintendimento possono deflagrare in litigi, squallide polemiche e vere e proprie risse da bar.
Ed è proprio il momento in cui si può distinguere i professionisti dai dilettanti. I primi sono quelli che non raccolgono, che ignorano le provocazioni e che sanno svincolarsi dalle risse senza un graffio. Perché avete presente quel che diceva Oscar Wilde? "Mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza", da cui deriva anche "mai discutere con un idiota, si potrebbe non notare la differenza". Ecco, vale anche in questo caso.
Per carità, siamo umani e a tutti possono capitare quei cinque minuti di debolezza, essere colti con la guardia abbassata, e cadere così nella trappola. Ma si tratta di capitomboli occasionali destinati a essere presto dimenticati quando il comportamento abituale è tutt'altro.

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